San Francesco di Gio Ponti ritrova la sua luce

Restaurati i lampadari originali. Visite per la Design Week

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  • Restaurati i lampadari originali. Visite per la Design Week
  • Dopo oltre 30 anni i lampadari originali di Gio Ponti della chiesa di San Francesco al Fopponino, a Milano, tornano ad illuminare la navata centrale. Invecchiati e ossidati, negli anni '80 vennero sostituiti da fari più luminosi che consentirono un'illuminazione forse più potente, ma certamente non in linea con l'idea del celebre architetto.

    In occasione della Design Week, l'azienda Olivari - a cui Ponti già nel '63 fece realizzare le famose maniglie "lama" e "cono" - hanno recuperato e restaurato le tegole in ottone dei venti lampadari. Un mecenatismo dell'oggi che ha riportato all'interno della chiesa l'atmosfera raccolta e soffusa tipica dei luoghi francescani. Un'idea di luce e spazio che si conciliasse con la spiritualità, a cui lo stesso l'architetto, molto credente, era legato. Aveva appena inaugurato Palazzo Pirelli il maestro Gio Ponti, quando nel 1961 gli venne affidato il progetto del complesso di San Francesco D'Assisi al Fopponino, al tempo prima periferia di Milano oltre le mura spagnole. Tre edifici - chiesa, canonica e convento delle suore Orsoline - che sorgono sulle ceneri del vecchio cimitero di Porta Vercellina. L'inconfondibile calcestruzzo armato, le capriate a vista, le tessere in ceramica a diamante che rivestono l'esterno legano la chiesa del Fopponino agli altri due luoghi di culto progettati da Gio Ponti a Milano (San Luca Evangelista in zona Città Studi e la cappella di San Carlo Borromeo nell' omonimo ospedale) e ci portano lontano, a centinaia di chilometri, fino alla Concattedrale di Taranto.

    "Le tre chiese milanesi rispecchiano il percorso e la riflessione che sfocia negli anni Settanta con la chiusura del capolavoro pontiano che è la Concattedrale" ha spiegato l'architetto Alessandro Sartori, che in occasione del Salone del Mobile terrà delle visite guidate (dal 16 al 22 aprile, alle 19.30) proprio all'interno della chiesa al Fopponino. "È la sua fase più visionaria, più astratta, più spirituale, in cui tutto si smaterializza. Alcune di quelle caratteristiche, come la facciata a vento con le vele iniziano a vedersi proprio qui", ha concluso Sartori. Seguendo le linee francescane ispirate alla semplicità a cui è dedicato il Fopponino, Ponti disegnò gran parte degli elementi della chiesa: oltre ai lampadari, anche altri arredi interni come le panche per i fedeli, le acquasantiere, i confessionali e i candelabri, fino a diventare stilista, disegnando addirittura i paramenti liturgici indossati dai sacerdoti.