Il governo australiano: 'Djokovic torni a casa'

Alla vigilia dell'udienza del tribunale, per Canberra l'infezione da Covid non garantisce l'esenzione

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  • Alla vigilia dell'udienza del tribunale, per Canberra l'infezione da Covid non garantisce l'esenzione
  • Per il governo australiano l'infezione da Covid non è una motivazione sufficiente per ottenere l'esenzione medica e Novak Djokovic non ha fornito ulteriori prove evidenti di controindicazione al vaccino. Il campione serbo non puo' dunque entrare nel Paese nè prendere parte agli Australian Open, e indipendentemente dal giudizio del Tribunale chiamato ad esprimersi sull'annullamento del visto, e' competenza del Governo la scelta di non far entrare in Australia Djokovic. Alla vigilia dell'udienza di questa notte, è questa la posizione dell'esecutivo australiano, contenuta nella risposta che sara' portata in udienza.

    A poche ore dall'udienza sulla validità o meno della certificazione anti covid del giocatore serbo per entrare in Australia e partecipare agli Australian Open, il tribunale di Melbourne ha pubblicato la risposta che il governo australiano porterà in aula, nella quale gli avvocati del governo australiano sottolineano il fatto che il campione serbo "non è vaccinato". Come si legge al punto 64, non esistono garanzie di ingresso da parte di un non cittadino australiano nel Pese. Esistono infatti criteri per l'ingresso e ragioni per cui il visto può essere annullato o rifiutato. Anche se a Djokovic è stato confermato che le sue domande soddisfacevano i requisiti per poter viaggiare in Australia senza quarantena, il Ministro dell'Interno ha il potere di verificare le prove e di cancellare il visto. In conclusione, si legge nel documento, la domanda di Novak Djokovic deve essere rifiutata. In un altro passo importante del documento il Governo ribadisce la propria facoltà di annullare il visto anche nel caso in cui il tribunale desse ragione a Djokovic e revocasse la prima cancellazione del visto. Questo perché "l'Australia, in quanto paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese".